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Cecile Kyenge e lo "ius primae soli"

Cecile Kyenge e lo "ius primae soli" Lo "ius primae soli" rappresenta un cavallo di battaglia della sinistra italiana. E' un argomento che a fasi alterne si ripresenta e prende vigore, a seconda della fase politica del momento. Certamente viene dettato dall'esigenza di risolvere una problematica ben radicata nel paese, quella di dare una patria a dei "cittadini" che patria non hanno.

Argomentazioni giuste in un paese "normale", ma questo aggettivo già lascia presagire le problematiche che s'incontrano ad affrontare la questione. L'Italia tutto si può definire fuorchè un paese normale. Ed allora ecco che un'eventuale approvazione della norma, qui da noi, porterebbe ad una certa debacle di quelle che sono le più logiche applicazioni della stessa.

Un paese "normale" non lascia le proprie frontiere aperte a chiunque voglia entrare, in fuga magari da dittature molte volte, in cerca di regole blande molte altre. Un paese "normale" non permette che i propri ospiti delinquano attraverso scorribande su e giù per il paese. Un paese "normale" non permette che i propri ospiti siano costretti a vivere lungo gli argini di un fiume in baracche di fortuna ed arrangiarsi ogni giorno perchè non hanno di che vivere. Un paese "normale" fa una seria programmazione dell'eventuale forza lavoro che gli necessita e solo dopo aver garantito la piena occupazione ai propri cittadini ne fa entrare di altri nei tempi e nei modi che stabilisce, garantendo a quest'ultimi regole e diritti civili.

Ecco che allora, in un paese che "normale non può definirsi, lo "ius primae soli" sarebbe solamente l'ennesimo problema che va a sommarsi a tutti gli altri. Specialmente in tempi come questi dove il precario governo messo su per mancanza di alternative non ha certamente ne la forza ne la capacità di proporre ne affrontare riforme epocali come questa. Riforma che comunque dovrebbe essere assolutamente accettata e votata dagli Italiani e non imposta dal primo governucolo di passaggio.

Lo "ius primae soli" ritengo dovrà essere rimesso nel cassetto ed affrontato in un'ottica di riforme generali che diano al paese quella modernità che è rappresentata da scelte consapevoli e programmate.