venerdì 23 aprile 2010

Scontro finale

Scontro finale. Quello che si è consumato ieri all'interno del PDL è stato certamente lo scontro finale. Berlusconi e Fini non è certo la prima volta che si trovano su posizioni diverse. Già all'epoca del predellino, dopo che si erano già consumati scontri dialettali non indifferenti tra i due, pensavo che non fosse possibile riunirsi sotto un'unica bandiera. Invece, vuoi la semplice convenienza personale, vuoi il freddo calcolo politico, questa riunione si è consumata portando alla vittoria elettorale del 2008 ottenuta con larga maggioranza ed affidando a Fini la presidenza della camera dei deputati. Ritengo Gianfranco Fini un politico molto sopravvalutato, e l'arrivo alla presidenza della terza carica dello Stato, un risultato del tutto insperato per lui fino a pochi anni fa. Ma il detto popolare "l'appetito vien mangiando" è quanto mai pertinente al personaggio. Ecco che allora la gelosia che da sempre accompagna l'ex presidente di AN, fatalmente prende il sopravvento. Gelosia sicuramente nei confronti di silvio Berlusconi, del quale invidia la capacità innata di essere leader, ma gelosia anche e soprattutto di Umberto Bossi, altro leader indiscusso del proprio schieramento politico. Gianfranco Fini si trova quindi in mezzo tra due pezzi da novanta, ed incosciamente vuole mostrare i muscoli. Il problema è che il suo mostrare i muscoli coinvolge in questo momento l'Italia tutta provocando un'instabilità di cui proprio non avremmo avuto bisogno. Fini non sarà mai un leader come Berlusconi o Bossi, non ne ha le doti naturali, l'ha dimostrato più volte nell'arco della sua carriera politica, ha dimostrato però e questo è ben più grave, di avere poca intelligenza, in quanto la prima dote dell'uomo intelligente è saper riconoscere i propri limiti e, eventualmente, farne un punto di forza. Si è voluto invece contrapporre con chi, in quel campo, è più forte di lui e certamente ne uscirà sconfitto. C'è da augurarsi che sia il solo sconfitto e che, per la sua miopia, non ne dobbiamo tutti pagare le conseguenze.

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