giovedì 19 maggio 2011

Indagini senza fine

Indagini senza fine L'ultimo episodio di cronaca nera che occupa giornalmente i media riguarda l'omicidio della giovane mamma nei dintorni di Ascoli Piceno. Prima, nell'ordine, erano saliti alla ribalta della cronaca, i casi della giovane Yara, di Sara, prima ancora di Meredith e poi Chiara, fino a Cogne e prima ancora la storia del mostro di Firenze ecc ecc. Tutti questi episodi hanno in comune il fatto che, o sono irrisolti, o gli eventi che ne hanno portato in carcere i sospettati lasciano molti dubbi sulla reale responsabilità. E' il caso del caso Meredith, del caso Cogne, del caso mostro di Firenze.
Anni ed anni di indagini approfondite, di impiego delle più recenti tecnologie alla ricerca di prove inattaccabili e poi le condanne che sono state emesse si basano esclusivamente su prove indiziarie che, temo, con la verità hanno ben poco a che fare. La domanda che mi pongo quindi è se i nostri esperti sappiano indagare e, se, chi coordina le indagini, sappia farlo e fino a che punto. Temo che la risposta sia di no. Temo, dall'analisi di questi recenti casi, che il dilettantismo purtroppo regni sovrano. Quello che mi piacerebbe conoscere sono i costi di tutte queste indagini inconcludenti. Prendo ad esempio la cronostoria del mostro di Firenze, gli esperti avevano la certezza che si trattasse di una persona colta, certamente con esperienza nel campo medico per poter eseguire quelle mutilazioni raccapriccianti con cui marchiava le proprie vittime, doveva trattarsi di un uomo possente, alto ecc ecc. Poi viene incriminato Pietro Pacciani, un personaggio alto un metro e sessanta e che nella vita ha fatto sempre il contadino. Dell'omicidio del bambino di Cogne ne vogliamo parlare? Se nei nostri tribunali ci fosse una giuria popolare dove una condanna deve avere l'unanimità oltre ogni ragionevole dubbio la Franzoni sarebbe stata condannata? Non credo. Con questo non voglio dire se sia o non sia colpevole, non lo so, so per certo però che vorrei che quando un essere umano finisce in carcere fosse esclusivamente con l'assoluta certezza della sua colpevolezza. Preferisco sempre un colpevole in libertà piuttosto che un innocente in carcere.

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